Pellet di… girasole!
Non esiste solo il pellet di legno: le materie prime che possono generare biomassa sono tantissime. La settimana scorsa abbiamo parlato del pellet di sansa, ora è il turno del pellet di girasole, che sta prendendo piede anche nel mercato italiano.
Pellet di girasole: cos’è?
Il pellet di girasole è un combustibile organico prodotto dalla pellettizzazione dei gusci di semi di girasole disoleati. Ha un valore calorifico molto alto ed è totalmente ecosostenibile.
La maggior produzione di gusci di girasole avviene nella Russia meridionale, ma anche in alcuni Paesi dell’Est Europa, come Ucraina, Bulgaria e Ungheria, la produzione è abbondante e di elevata qualità. L’Italia non fa ancora parte della lista dei maggiori produttori di pellet di girasole, nonostante i vantaggi di questo biocombustibile siano evidenti.
Uno dei motivi della scarsa notorietà del pellet di girasole dipende dal fatto che non ha ottenuto una certificazione di qualità elevata, come la certificazione ENplus A1 o la ENplus A2, che rimangono prerogativa del pellet derivato dal legno.
Tuttavia, il pellet di girasole è la biomassa che più si avvicina al pellet tradizionale.
Pellet di girasole: caratteristiche
Il pellet di girasole è un combustibile vantaggioso sotto diversi punti di vista. In generale è caratterizzato da:
- una lunghezza dei cilindretti che oscilla tra i 10 e i 30 mm di lunghezza e tra i 6 e i 10 mm di diametro
- un’umidità media di circa l’8%
- un valore calorifico netto intorno ai 4.5 KW/kg
- una produzione di CO2 in fase di combustione pari a quella prodotta dalla decomposizione della materia base, dunque quasi pari allo zero
- un odore mai sgradevole, sia in fase di stoccaggio che di combustione
- una quantità di olio minima, che impatta meno sulla caldaia e sull’impianto dei fumi (a differenza del pellet di sansa)
- un costo in media del 30% inferiore rispetto al pellet di legno (l’IVA è al 10%, quella del pellet di legno al 22%!)
Pellet di girasole: vantaggi e svantaggi
Il pellet di girasole è senza dubbio una delle alternative più valide ai combustibili tradizionali.
Abbiamo parlato delle sue dimensioni, dell’elevato potere calorifico, del tasso di umidità basso e del suo prezzo decisamente conveniente: tutti vantaggi che fanno pensare che la richiesta di pellet aumenterà nel prossimo futuro anche nel contesto italiano.
Vanno però prese in considerazione alcuni aspetti che possono rientrare nella categoria “svantaggi”. È bene fare attenzione a tre cose in particolare:
- Quantità di ceneri residue – Il rapporto tra ceneri residue e peso netto arriva circa al 4%, maggiore rispetto a quanto i modelli di stufe e caldaie più vecchi possono smaltire. C’è tuttavia una nota positiva che può ovviare al problema di trasporto e smaltimento: le ceneri del pellet di girasole sono un ottimo fertilizzante organico!
- Reperibilità – In Italia il pellet di girasole viene per lo più importato, e ciò lo rende più difficile da trovare. Questo può influire sul costo, anche se non in maniera significativa, dato che il prezzo è comunque decisamente basso. La domanda sta aumentando e anche il mercato italiano dovrà attrezzarsi per fronteggiare la crescente richiesta dei consumatori.
- Tipo di impianto – Il pellet di girasole necessita di impianti moderni, capaci di gestire l’alta produzione di ceneri.
Come tutti i pellet, anche quello di girasole ha vantaggi e svantaggi. La cosa più importante è la consapevolezza di ciò che si sta acquistando. Nulla vieta di sperimentare un combustibile e verificarne l’efficacia.
E tu? Ora che conosci quello di legno, di sansa e di girasole, quale pellet sceglieresti?