Il pellet è un combustibile ricavato da specifici piani di gestione forestale o, più di frequente, dagli scarti della lavorazione del legno. Il materiale viene selezionato, essiccato, pulito dalle impurità e infine compresso. Dopo un lungo processo di raffreddamento, è pronto per essere confezionato, distribuito e venduto.
Che legno si usa per fare il pellet?
Faggio, abete, frassino, larice, acero, pioppo: è proprio il tipo di legno a fare la differenza in termini di resa calorifica, combustione, produzione di cenere e percentuale di umidità.
Andiamo a scoprire insieme le principali tipologie di pellet.
Pellet 100% abete
Il pellet di abete, sia bianco sia rosso, è tra i più venduti in Italia, perché ha un’ottima resa calorifica e produce una minima quantità di cenere. In pratica questo pellet scalda molto, brucia lentamente e sporca pochissimo.
I principali produttori sono l’Austria e la Germania, dove i boschi di abete abbondano. Qui la lavorazione del legno avviene nel totale rispetto degli standard qualitativi (almeno per la maggior parte dei produttori), in base alle norme di legge locali. Le aziende sono spesso sottoposte a controlli da parte di laboratori specializzati e, solo se idonee, riescono a ottenere la certificazione di qualità.
Il rispetto e la qualità dei processi produttivi, uniti a un’alta domanda di mercato, fa sì che il pellet di abete abbia un prezzo superiore alla media.
Pellet 100% faggio
Anche il pellet di faggio è molto amato dai consumatori. Rispetto all’abete ha una resa calorifica maggiore, ma produce anche molta più cenere.
Il faggio è diffuso in tutta Europa e rientra nella categoria dei legni “duri”, insieme a frassino, rovere, betulla, acero, robinia e castagno. Il suo basso indice resinoso lo rende ideale per le stufe a pellet.
Meglio il pellet di faggio o il pellet di abete? Non esiste una risposta univoca. Ti consigliamo di provarli entrambi per valutare quale risponda maggiormente alle tue esigenze.
Pellet misto faggio e abete
In genere il pellet di faggio ha un’ottima resa calorifica, ma consuma molto e produce molta cenere. Il pellet di abete invece brucia lentamente e sporca poco, ma ha una resa inferiore.
La soluzione perfetta? Il pellet misto faggio e abete.
Questo tipo di pellet combina in quantità variabile l’uno e l’altro, in base a marchio e produttore. Il risultato, in generale, è un prodotto che sfrutta le caratteristiche di entrambe le essenze.
Per conoscere nel dettaglio la percentuale di faggio e di abete del pellet che acquisti, controlla l’etichetta: sapendo la differenza tra i due, saprai anche che caratteristiche avrà il pellet misto che comprerai.
Pellet di conifera
Con conifera si intendono tutte le oltre 650 piante della famiglia “Pinophyta”. Nel caso del pellet, la scelta si riduce a due sole piante conifere: l’abete, di cui abbiamo parlato qui sopra, e il pino.
In generale, le conifere sono impiegate nelle cartiere e nelle industrie che lavorano il legno. Il legno di conifera si lavora molto e tutto il materiale di scarto viene utilizzato per produrre pellet.
Le prestazioni sono discrete, con una buona resa calorifica e una produzione di cenere nella media. A seconda dei marchi e dei produttori cambiano le percentuali delle diverse piante conifere che compongono il pellet, con un costo a sacco e a bancale decisamente accessibile.
Pellet di castagno
Il pellet di castagno appartiene alla stessa famiglia delle Fagacee, la stessa del faggio. Ma a differenza di quest’ultimo produce pochi residui, caratteristica che lo rende molto apprezzato e decisamente pregiato. Inoltre la resa calorifica è alta.
Nonostante sia un prodotto di alta qualità, è molto raro e, per questo, decisamente costoso.
Pellet misto
Come dice il nome stesso, il pellet misto è un misto di legni diversi, in proporzioni che variano a seconda del marchio e del produttore.
Le tipologie di legno utilizzate sono tutte quelle indicate in questo articolo. La resa calorifica è minore rispetto a pellet puri come faggio e abete, ma rimane un prodotto di buona qualità.
Conclusioni
La materia prima da cui è ricavato il pellet è importante.
Cerca di scegliere il legno più adatto alle tue esigenze, con la consapevolezza che, come spesso accade, più spendi meno spendi. La qualità si paga, ma sul lungo periodo è una garanzia di performance e di salvaguardia della tua stufa.
Una cosa molto importante è la certificazione di qualità. Le certificazioni del pellet sono tante e cambiano da paese a paese, ma tutte rispondono all’esigenza di garantire che il processo di lavorazione rispetti gli standard qualitativi stabiliti dalla legge.
Cerca di prediligere il pellet made in Italy: la provenienza influisce sulla qualità del pellet a causa dei diversi climi, trattamenti e lavorazioni. Senza dimenticare l’impatto dei trasporti; la natura eco-friendly di questo combustibile non dovrebbe essere vanificata da attività eccessivamente inquinanti.
Se vuoi scoprire come districarti tra la fitta rete di proposte di pellet, leggi il nostro articolo “Come scegliere il pellet migliore?”