Se è possibile l’installazione di una stufa a pellet in condominio? Certo! Basta solo rispettare la normativa che riguarda lo scarico dei fumi di combustione, verificare il regolamento condominiale e fare attenzione alla presenza di altri apparecchi nel tuo stesso stabile. E un altro paio di cose. Ma andiamo con ordine e senza fretta. Ecco di cosa ti parleremo in questo articolo:

 

  • i 3 principali vincoli da rispettare per l’installazione di una stufa in condominio;
  • la norma specifica che regola lo scarico dei fumi;
  • quale documentazione portare al comune per l’avvio dei lavori;
  • a chi rivolgersi per l’installazione della stufa.

 

I 3 aspetti da considerare prima di installare una stufa a pellet in condominio

 

Credevi fosse impossibile avere una stufa a pellet nel tuo appartamento? Siamo felici di farti ricredere. Ma prima di cantar vittoria, sarà meglio tenere in considerazione tre aspetti fondamentali:

 

  1. Il regolamento condominiale

    Tale regolamento prevede vincoli, limitazioni edilizie (e tante altre cose) a cui è soggetto il tuo condominio. Pertanto, è tuo obbligo accertarti che non esista un divieto sull’installazione di una canna fumaria.

  2. Le leggi vigenti

    La costruzione di un nuovo scarico fumi è un lavoro complesso, che cambia da abitazione ad abitazione: la lunghezza, le pendenze e le curve del nuovo condotto, infatti, dipendono dalla configurazione dell’appartamento. Naturalmente, esistono regole a livello comunale e nazionale che normano questo tipo di lavori. La norma che le racchiude tutte è la UNI 10683 del 2012.

  3. La presenza di altre stufe nel condominio

    Evitiamo qualsiasi fraintendimento: i fumi prodotti dalle stufe a pellet non possono essere convogliati in un’unica canna fumaria. Ogni apparecchio, dunque, dovrà possederne una autonoma. Inoltre, in presenza di più stufe su piani diversi, sarà necessario che i comignoli che scaricano (obbligatoriamente) sul tetto, siano sfalsati di almeno 50cm di altezza uno dall’altro, per permettere il corretto funzionamento della canna fumaria.

 

La norma UNI 10683/2012

 

La UNI 10683/2012 regola l’installazione di tutti gli impianti a bio-combustibile solido (pellet, legna, bricchette e cippato), di potenza inferiore ai 35 kW, come: 

 

  • stufe a pellet;
  • caldaie;
  • termocucine;
  • inserti a focolare chiuso e aperto. 

 

Per quanto riguarda lo scarico dei fumi, la norma disciplina le modalità di posa delle tubazioni di scarico dei fumi di combustione (che devono sempre avvenire a tetto e mai a parete), e fornisce tutta una serie di indicazioni sul rispetto delle distanze minime dalle pareti, dai balconi, dalle finestre (UNI7129), e dalle strutture infiammabili nel caso di installazione di una canna fumaria esterna. D’altronde, l’installazione interna è una soluzione consigliata solo per chi abita all’ultimo piano, poiché implica un’apposita foratura dei solai.

 

La canna fumaria deve essere realizzata in materiali adatti a resistere alle sollecitazioni meccaniche e al calore, impermeabili, adeguatamente isolati e coibentati. Anche il canale di fumo che collega la stufa alla canna fumaria deve rispettare dei requisiti ben precisi e presentare una soluzione di continuità per evitare che la canna fumaria poggi direttamente sull’apparecchio.

 

I documenti da portare al comune per l’installazione

 

L’installazione di una stufa a pellet in condominio rientra tra le attività del CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), disciplinata dal DPR n.380/2001 e s.m.i.

 

Ma attenzione: per la presentazione del CILA sarà necessario il parere di un tecnico specializzato che confermi la legalità e il rispetto degli standard di sicurezza del progetto.

 

Il tecnico di stufe a pellet

 

Per l’installazione di una stufa è necessario rivolgersi a un tecnico specializzato, quella figura professionale esperta nella scelta, nella posa in opera e nella manutenzione degli impianti alimentati a legna e pellet.

 

Naturalmente, chi si occupa dell’installazione delle stufe non è solamente un professionista che ci sa fare con gli impianti a pellet. L’esperienza non basta. Il tecnico, infatti, deve essere in possesso di un’abilitazione specifica, secondo la lettera C del Decreto Ministeriale 37/2008.

 

Lui, o lei:

 

  • rispetta attentamente le norme vigenti, anche quelle in condominio;
  • segue le indicazioni del produttore (ogni brand di stufe ha le sue peculiarità);
  • collauda l’impianto e lo mette in sicurezza;
  • regala consigli preziosi sulla manutenzione ordinaria e sul funzionamento tecnico dell’apparecchio;
  • ti consegna la certificazione essenziale per ottenere le agevolazioni fiscali.