Pellet prezzi: un incremento inarrestabile
Il prezzo del pellet è schizzato alle stelle: oltre 9 € per un sacco da 15 Kg. E non si tratta di un aumento temporaneo. Negli ultimi tre anni, moltissime aziende produttrici hanno chiuso i battenti, diversi produttori hanno deciso di cessare i contratti con i propri fornitori per paura dell’aumento dei costi di produzione e di trasporto (saliti vertiginosamente!) e l’inflazione ha invaso l’Europa intera.
A tutti questi fattori, già di per sé preoccupanti, si è aggiunta la guerra tra Russia e Ucraina, due Paesi che producono una quantità davvero significativa di pellet. Tenendo conto che l’Italia importa l’85% di combustibile dall’estero, il disastro era assicurato fin dall’inizio di questa tragica invasione. Ne avevamo già parlato pochi mesi fa, facendo una previsione per il 2023. Ma il cambiamento è già in atto, irreversibile.
A questo punto, anche se i confini orientali si aprissero e i conflitti cessassero di colpo, non ci sarebbe alcuna possibilità di frenare l’incremento dei costi. Ormai è una questione mondiale, che coinvolge tutte le fasi di produzione.
Perfino il pellet prestagionale è diventata un’opzione non percorribile. Non esiste più la possibilità di comprare la materia prima dove la manodopera o l’energia costa meno, oppure dove il prezzo del trasporto è conveniente.
Fortunatamente, esistono altri combustibili.
Nocciolino di oliva per stufe a pellet: cos’è?
Il nocciolino di oliva per stufe a pellet nasce come scarto di lavorazione della spremitura delle olive. In altre parole polpa, buccia e nocciolo. Non stupisce, infatti, che venga utilizzato non solo come combustibile per gli impianti di riscaldamento e di generazione di elettricità, ma anche come concime.
Una materia prima, insomma, di cui non si spreca proprio nulla (tenendo conto che le olive si mangiano e ci si fa anche l’olio) e 100% naturale.
Per ricavare il nocciolino, infatti, non vengono impiegati né collanti né solventi chimici, diminuendo significativamente la produzione di fumi di scarto e preservando, in questo modo, la vita delle stufe.
Il nocciolino per stufe a pellet rientra a tutti gli effetti nei sottoprodotti utilizzabili negli impianti a biomasse e a biogas, come suggerisce il decreto MiSE 23 giugno 2016, secondo la direttiva 2009/28/CE.
Differenza tra pellet e nocciolino
Pellet e nocciolino non sono così diversi.
Un buon pellet ha un potere calorifico che si aggira intorno ai 4,5 – 5 kWh/Kg, i residui di cenere inferiori all’1%, un tasso di umidità sotto il 10% e, naturalmente, una certificazione di qualità.
Il nocciolino di oliva, dal canto suo, ha un potere calorifico davvero notevole (intorno al 6,5/7,4 Kw/Kg) dovuto al suo peso specifico, molto più elevato rispetto ad altre biomasse, che determina una produzione energetica maggiore. Anche il tasso di umidità non è male: si aggira intorno al 12%.
Il tallone d’Achille di questo combustibile, tuttavia, è la percentuale di residui fissi, che può arrivare anche al 4%. Entrambi si presentano come prodotti leggeri e di piccole dimensioni e per questo sono facili da imballare, trasportare e distribuire.
Al di là delle loro caratteristiche intrinseche (dove il nocciolino si trova svantaggiato solo da un punto di vista di residui fissi), i due combustibili non hanno molte differenze.
La vera discriminante, dunque, si conferma il prezzo.
Pellet nocciolino di oliva prezzo: quanto costa il nocciolino per la stufa a pellet?
Il nocciolino di oliva per stufe a pellet conviene. Davvero.
È un prodotto stagionale ancora poco conosciuto, con un ottimo prezzo di acquisto nel periodo di spremitura delle olive, tra ottobre e gennaio. E l’Italia è ricca di uliveti, fattore che aumenta la facilità di reperimento di questa materia prima.
Un sacco da 15 Kg di nocciolino costa circa 5 €. Al quintale, sono circa 20-22 €.
C’è da dire che non tutte le stufe a pellet possono bruciare altri tipi di biomasse. Ma fortuna vuole che in alcune stufe a pellet è possibile installare uno speciale braciere per nocciolino che le trasforma in stufe a nocciolino!
Come trasformare una stufa a pellet in nocciolino?
Utilizzare il nocciolino di sansa di olive come combustibile per termostufe è possibile solo se:
- possiedi una stufa policombustibile;
- effettui delle modifiche al tuo apparecchio.
In questo ultimo caso, la faccenda non è così semplice. Per alcune stufe, come le nostre, basta sovrapporre al braciere una lamina di metallo con fori da circa 3 mm – al posto dei 6 utilizzati per il pellet legnoso – in modo che il nocciolino non esca dai fori e bruci inutilmente.
Ma per tantissimi altri modelli, l’installazione del nuovo braciere non basta. Alcune volte, per esempio, la conformazione compatta del nocciolino e i fori più piccoli della nuova lamina impediscono il normale afflusso dell’aria; in questo caso, è necessario allargare i fori laterali. La coclea non aderisce perfettamente con il tubo che la contiene? Ecco che serve un ulteriore intervento per adeguarla alla macchina, così da evitare la dispersione del nocciolino. Infine, una volta sottoposto l’apparecchio a tutte queste trasformazioni, ci sarà bisogno del settaggio dell’impianto.
Facendo due conti – e dando per scontato che ti affiderai a un professionista per queste complicate operazioni tecniche – trasformare una stufa a pellet in nocciolino può arrivare a costarti circa 150 €.
Cosa si può bruciare al posto del pellet?
Oltre al nocciolino di sansa di olive, esistono altre alternative al pellet di origine legnosa: vengono chiamate Agripellet e sono sottoprodotti di origine agricola e agroindustriale, puri oppure miscelati:
- Pellet di GIrasole: un biocombustibile dalle grandi potenzialità, con un percentuale di umidità dell’8% e un potere calorifico di circa 4,5 kW/Kg; il vero problema è che è molto difficile da reperire e che produce una quantità di cenere che solo le stufe più moderne possono gestire.
- Mais: con i suoi chicchi compatti e omogenei e una resa termica eccellente, il pellet di mais potrebbe essere la migliore alternativa al pellet di legno; se non fosse così discutibile bruciare un prodotto destinato all’alimentazione, naturalmente.
- Paglia: la paglia è un biocombustibile che brucia velocemente e riscalda ottimamente; tuttavia, le difficoltà di trasporto – per via del volume elevato e del peso basso – e la quantità di cenere che produce, lo rendono un’opzione poco pratica.
Quanto costa una stufa a nocciolino?
Questa domanda è tecnicamente sbagliata: non esiste nessuna stufa progettata per essere alimentata unicamente a nocciolino di oliva.
Ci sono le stufe policombustibili e quelle a pellet modificate.
Cos’è una stufa policombustibile? Un sistema di riscaldamento che può essere alimentato con diversi tipi di biomasse. Pellet, cippato, legna, nocciolino, mais, girasole, paglia, gusci di mandorle e tantissimi altri. Il prezzo base per una macchina così speciale si aggira intorno ai 2.000 €, ma può arrivare a superare facilmente anche i 6.000 €.